31 dicembre 2016

Come cancellarsi da una newsletter?

Il sistema più facile e immediato per cancellarsi da una newsletter è di ricercare, all’interno di essa, il link per la cessazione del servizio. A volte il comando è scritto in inglese (unsubscribe che significa “annulla l’iscrizione”) o con un testo particolarmente piccolo affinché si confonda e l’utente non lo percepisca immediatamente.
Qualora non dovesse essere presente tale link, si può tentare di rispondere alla stessa email, chiedendo espressamente la cancellazione dal servizio. Spesso, però, i servizi di newsletter non sono abilitati alla risposta: in tal caso, la vostra mail non verrebbe mai recapitata. Non resta, allora, che collegarsi con il sito a cui approdano i link della newsletter e accedere alla voce “contatti”. Lì sarà opportuno inviare una mail (eventualmente accompagnandola da una telefonata) con la richiesta di cancellazione dalla newsletter. La richiesta non deve rispettare forme prestabilite o sacramentali; l’importante è indicare l’indirizzo email (o gli indirizzi email) di cui si chiede la cancellazione. La domanda può essere genericamente rivolta al “titolare” o al “responsabile” del trattamento dei dati personali. La richiesta rivolta al titolare o al responsabile può essere trasmessa anche mediante lettera raccomandata, fax o posta elettronica, ed in taluni casi anche oralmente.

Vuoi che il tuo email marketing funzioni davvero?

Vuoi che il tuo email marketing funzioni davvero? Sappi che il requisito principale è soltanto uno: una banca dati con indirizzi email di persone interessate, che abbiano sottoscritto personalmente la newsletter e che ne leggano i contenuti. Raccogliere indirizzi email di questo tipo è però la parte, apparentemente, più difficile. Chi visita il tuo sito o potenziali sottoscrittori devono in primo luogo sapere che esiste una newsletter alla quale abbonarsi e, in secondo luogo, essere convinti ad abbonarsi e cedere il proprio indirizzo email. Infine, bisogna far in modo che clicchi sul link dell’email di conferma per completare la procedura di sottoscrizione. La procedura si compone, dunque, di diversi passaggi durante i quali si corre il rischio di perdere potenziali iscritti.
Per questo, se vuoi raccogliere nuovi indirizzi email per le tue campagne di email marketing è importante sviluppare una strategia adeguata, partendo dal giusto modulo di iscrizione. In questo articolo ti illustriamo come ottimizzare la procedura di iscrizione alla newsletter e guadagnare nuovi iscritti.

28 dicembre 2016

No all´algoritmo della reputazione, viola la dignità della persona

No del Garante privacy alla banca dati on line della reputazione [doc. web n.5796783]. Il progetto per la misurazione del "rating reputazionale", elaborato da una organizzazione articolata in un´associazione e da una società preposta alla  gestione dell´iniziativa,  viola le norme del Codice sulla protezione dei dati personali e incide negativamente sulla dignità delle persone.
L´infrastruttura, costituita da una piattaforma web e un archivio informatico, dovrebbe raccogliere ed elaborare una mole rilevante di dati personali contenuti in documenti "caricati" volontariamente sulla piattaforma dagli stessi utenti o "pescati" dal web. Attraverso un algoritmo, il sistema assegnerebbe poi ai soggetti censiti degli indicatori alfanumerici in grado, secondo la società, di misurare in modo oggettivo l´affidabilità delle persone  in campo economico e professionale.
Nel disporre il divieto di qualunque operazione di trattamento presente e futura, il Garante ha ritenuto che il sistema comporti rilevanti problematiche per la privacy a causa della delicatezza delle informazioni che si vorrebbero utilizzare, del pervasivo impatto sugli interessati e delle  modalità di trattamento che la società intende mettere in atto. Pur essendo infatti legittima, in linea di principio, l´erogazione di servizi che possano contribuire a rendere maggiormente efficienti, trasparenti e sicuri i rapporti socioeconomici, il sistema in esame - realizzato  peraltro in assenza di una idonea base normativa - presuppone una raccolta massiva, anche on line, di informazioni suscettibili di incidere significativamente sulla rappresentazione economica e sociale di un´ampia platea di individui (clienti, candidati, imprenditori, liberi professionisti, cittadini). Il "rating reputazionale" elaborato potrebbe ripercuotersi sulla vita delle persone censite, influenzando le scelte altrui e  condizionando l´ammissione degli interessati a prestazioni, servizi o benefici.
Per quanto riguarda, poi, l´asserita oggettività delle valutazioni, la società non è stata in grado di dimostrare l´efficacia dell´algoritmo che regolerebbe la determinazione dei "rating"  al quale dovrebbe essere rimessa, senza possibilità di contestazione, la valutazione  dei soggetti censiti. L´Autorità nutre, in generale, molte perplessità sull´opportunità di rimettere ad un sistema automatizzato ogni decisione su aspetti così delicati e complessi come quelli connessi alla reputazione. Senza contare, infatti, la difficoltà di misurare situazioni e variabili non facilmente classificabili, la valutazione potrebbe basarsi su documenti e certificati incompleti o viziati, con il rischio di creare profili inesatti e non rispondenti alla identità sociale delle persone censite.
Dubbi sono stati espressi dal Garante anche sulle misure di sicurezza del sistema -  basate, prevalentemente, su sistemi di autenticazione "debole" (user id e password) e su meccanismi di cifratura dei soli dati giudiziari secondo l´Autorità davvero inadeguate, specie se rapportate all´elevato numero di soggetti che potrebbero essere coinvolti e all´ingente quantitativo di informazioni, anche molto delicate, che verrebbero registrate all´interno della piattaforma.
Ulteriori criticità, infine, sono state ravvisate nei tempi di conservazione dei dati e nell´informativa da rendere agli interessati.